55 research outputs found

    Donatello Strangio & Giuseppe Sancetta (Eds.), Italy in a European Context: Research in Business, Economics, and the Environment

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    Abstract. Contributing to support the diffusion of an European culture and sense of citizenship. This is the aim of the book “Italy in a European Context: Research in Business, Economics, and the Environment” edited by Donatella Strangio & Giuseppe Sancetta.  It is a collection of scholarly articles that cover the main issues related to role of Italy offering different perspectives ranging from economics and management, among others. It is a good read not only for students and scholars with a specific interest in the subject, but also for the institutions willing to reflect on the various issues surrounding the book. The authors contributing to this handbook are leading scholars conducting research on different fields. In fact, one of the main strengths of the book is the variety of perspectives offered by its chapters. After an introduction by the editors, the book is structured into two parts. The first section helps in understanding the critical role played by EU economic policies and aspects that concern political and social inequality. The second section of the book focuses on issues concerning counterfeiting, finance and environment.Keywords. Economic history, Monetary policy, Environmental economics, Political economy, Counterfeiting, Operating risk, Business management, Energy efficiency, Green economy, Climate change.JEL. A10, A33, E40, N20, O10, O20, M20, M38

    Interlocking directorates and different power forms: An explorative analysis in the Italian context

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    The purpose of the present paper is twofold. The first is to update the contribution by Drago et al. (2011) about cross-shareholdings and interlocking directorates in Italian listed companies (FTSE MIB) to 31 December 2016 and to reinforce theory of enlarged collusion. The second is to find how interlocking directorates can contribute to understanding the power structure. By using the social network analysis, we map the network structure of interlocking boards and employ centrality measures like degree, eigenvector and betweenness centrality along with the network density and average degree. We interpret eigenvector centrality as a measure of “effective power” of the connections because it can be seen as a weighted sum of not only direct connections but indirect connections, while betweenness centrality as a measure of “potential power” because it is a proxy of the volume of information that passes through the nodes. In this way, we provide a framework for selecting Italian firms with effective and potential power – around whom interactions and processes can be traced and analysed. In addition, we find that the position assumed by the controlling group of the Mediobanca Galaxy is definitely downsized

    Social innovation practices: focus on success factors for crowdfunding

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    This article explores what are the success factor for interaction with platforms of crowdfunding in Italy. Through a Principal Component Analysis we outline three variables and through a multiple regression analysis we demonstrate that the interaction on crowdfunding is positive correlated with socio-economic propensity and cultural level. The analysis has been conducted on a sample of 316 of projects funded in the Crowdfunding platform Produzioni dal Basso, the first platform born in Italy. We draw on SD logic and relationship marketing to underscore the importance of networks of actors and integration to create a co-creation of value. This view emphasizes the social and economic factors that influence, and are influenced by, crowdfundin

    Shareholder activism e dissenso degli azionisti: un approccio configurazionale allo studio della corporate governance

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    La corporate governance rappresenta un campo di ricerca interdisciplinare molto dinamico che si è evoluto notevolmente dalla pubblicazione di Berle e Means del 1932, fino a diventare uno dei topic più ricercati dagli studiosi di management (Tihanyi et al., 2014, p. 1536). A partire dalla metà degli anni ‘90, si è discusso molto, in ambito accademico, della convergenza dei sistemi di corporate governance; alcuni studiosi hanno sottolineato la tendenza agli standard anglo-americani dei sistemi europei (ad esempio, Denis e McConnell 2003; Zattoni e Judge, 2012); altri hanno sostenuto che non solo la corporate governance europea converga verso standard americani, ma che anche la stessa corporate governance statunitense abbia diversi elementi, sotto svariati aspetti, convergenti agli standard europei (Thomsen, 2003), tanto che si può parlare di una reciproca convergenza. Tali cambiamenti indicano che è sempre più rilevante analizzare ed osservare le configurazioni delle pratiche di governance, non solo a livello nazionale, ma anche a livello di singola impresa. In effetti, recenti contributi (Aguilera et al., 2012, Ward et al., 2009) mostrano che i diversi meccanismi di corporate governance possono apparire inefficaci, se indagati individualmente, al contrario esercitano impatti interessanti sui risultati in combinazione con altri meccanismi di corporate governance (interni ed esterni). Ne consegue che individuare una “one best way” in tema di corporate governance è un compito arduo in quanto specifici meccanismi saranno efficaci solo in determinate combinazioni e ambienti. Cambiamenti nella corporate governance sono riscontrabili in modo significativo con riferimento alla shareholder activism, “a relatively young and vibrant field” (Goranova e Ryan 2014). Lo shareholder activism, inteso come azionisti, che avviano delle attività per influenzare direttamente, o indirettamente le decisioni del board,, ha come principale obiettivo quello di assicurare una sostenibilità, anche finanziaria, a lungo termine e un rapporto duraturo tra l’investitore e la società di cui detiene le quote. Difatti è diffusa l’opinione, che ritiene gli investitori “passivi” responsabili degli eventi della recente crisi finanziaria e di essere diventati dei “padroni di casa assenti” (Randazzo, 2011) dimenticando dunque il ruolo di controllo, che possono assumere nei confronti degli amministratori, a tutela delle minoranze. Negli ultimi anni l’Unione Europea (UE) ha incoraggiato l’adozione di politiche societarie improntate ad una maggiore partecipazione di tutti gli azionisti (Alvaro e Lupini, 2013); ne è un esempio il “Piano d’Azione: diritto europeo delle società e governo societario – una disciplina giuridica moderna a favore di azionisti più impegnati e società sostenibili”, mediante il quale la Commissione europea ha voluto esporre le future linee di azione da perseguire, sia con riferimento alla corporate governance delle società quotate, sia in quello del diritto societario. Aumento della trasparenza delle società relativamente alle politiche adottate per assicurare la diversità all’interno dell’organo di amministrazione e alla gestione dei rischi non finanziari, aumento della trasparenza delle politiche retributive e delle singole remunerazioni degli amministratori, nonché riconoscimento del diritto di voto agli azionisti sulla politica retributiva e sulla relazione relativa alle retribuzioni, rafforzamento del controllo degli azionisti sulle operazioni con parti correlate, introduzione di norme operative adeguate sui consulenti in materia di voto (proxy advisor), nell’ottica di un miglioramento della trasparenza e dei conflitti di interesse sono solo alcune delle più recenti novità. Pertanto l’attivismo degli azionisti e il monitoraggio da parte degli stessi sono al centro del dibattito della corporate governance (Van der Elst, 2011), riconoscendo nell’attivismo stesso una forza dirompente. I dati e le situazioni aziendali dimostrano che l’attivismo degli azionisti sia aumentato in misura notevole negli ultimi anni (anche nel contesto italiano) e ora svolge un ruolo importante nella definizione della corporate governance delle società. Ciò ha evidenziato nuove problematiche (come facilitare o meno l’attivismo) e questioni (creazione di valore più a breve o a lungo termine per tutti gli azionisti) che occorre tenere in considerazione sia in un’ottica di dialettica societaria sia di policy maker. Partendo da tali considerazioni lo scopo del presente lavoro è quello di esaminare la letteratura esistente sul tema dello shareholder activism, soffermandosi sull’importanza della direzione del voto (assenso o dissenso); e verificare l’esistenza di una configurazione di corporate governance che determini un elevato dissenso. Del resto, come si avrà modo di notare, si ritiene che in contesti concentrati come quelli latini il meccanismo di voice più semplice per gli azionisti è la possibilità di votare in assemblea. Ne consegue che il voto degli azionisti in assemblea esprime una valutazione del set-up dell’intera corporate governance della società, poiché il voto degli azionisti funge da segnale per le preferenze degli azionisti rispetto a specifiche scelte strategiche e gestionali. Date queste premesse, la tesi si pone la seguente domanda di ricerca: è possibile individuare una configurazione di governance che determini un maggiore attivismo societario, inteso come maggiore livello di dissenso, e di conseguenza qual è la combinazione di fattori interni ed esterni che determinano il voto degli azionisti? I risultati del voto dipendono da diversi fattori in alcuni casi tra loro contrastanti. Si è, dunque, voluto sperimentare se l’adozione di un approccio basato sulle configurazioni potesse individuare e chiarire meglio alcuni aspetti contraddittori delle determinanti del voto degli azionisti

    Trade credit forecasting: empirical analysis using a ratio targeting approach

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    This study employs a panel data model that uses trade credit's own recent history to predict trade credit levels. A predictive model of trade credit is developed to predict the levels of trade payables and receivables. Previous forecasting techniques do not incorporate the targeting aspect and long period historical data. A target ratio should be set for trade payables and trade receivables to total assets. Trade credit is debt finance which is maintained at a certain ratio to total assets. In this paper, we make use of panel data from 230 non-financial South African listed firms from 2001 to 2013. Firms use trade credit targeting to pursue growth opportunities and their size affects their access to capital. Trade credit's recent history can be used to predict target trade credit levels. The paper makes an original contribution by developing a model to predict the level of trade credit

    Lo shareholder engagement negli studi di corporate governance. Un’analisi empirica mediante la Qualitative Comparative Analysis.

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    Il lavoro evidenzia alcuni aspetti evolutivi negli studi di corporate governance tanto in riferimento agli aspetti di shareholder engagement, quanto nell'approccio di analisi adottato. La tesi proposta è che il voto, espresso sulla base della norma say on pay, vada oltre il singolo voto sulla politica di remunerazione e sia un modo attraverso il quale gli azionisti si esprimano in merito alla gestione dell'attività dell'impresa. Il risultato di tale voto può produrre sia effetti diretti sulla politica di remunerazione, sia "indiretti", in quanto stimola un dialogo tra azionisti di maggioranza e minoranza. Basandosi su tale prospettiva, il lavoro individua configurazioni di governance, mediante la Qualitative Comparative Analysis, in cui il maggior dissenso è proxy dell'attivismo azionario. Nel lavoro, l'attivismo è, quindi, riletto nell'ottica della politica di "sostenibilità proprietaria", intesa come comportamenti messi in atto dagli azionisti nel tentativo di ricercare un maggior equilibrio, ovvero una consonanza orientata a garantire una più elevata sostenibilità tra tutti gli attor

    Lo shareholder engagement negli studi di corporate governance. Un'analisi empirica mediante la Qualitative Comparative Analysis

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    Il lavoro evidenzia alcuni aspetti evolutivi negli studi di corporate governance tanto in riferimento agli aspetti di shareholder engagement, quanto nell'approccio di analisi adottato. La tesi proposta è che il voto, espresso sulla base della norma say on pay, vada oltre il singolo voto sulla politica di remunerazione e sia un modo attraverso il quale gli azionisti si esprimano in merito alla gestione dell'attività dell'impresa. Il risultato di tale voto può produrre sia effetti diretti sulla politica di remunerazione, sia "indiretti", in quanto stimola un dialogo tra azionisti di maggioranza e minoranza. Basandosi su tale prospettiva, il lavoro individua configurazioni di governance, mediante la Qualitative Comparative Analysis, in cui il maggior dissenso è proxy dell'attivismo azionario. Nel lavoro, l'attivismo è, quindi, riletto nell'ottica della politica di "sostenibilità proprietaria", intesa come comportamenti messi in atto dagli azionisti nel tentativo di ricercare un maggior equilibrio, ovvero una consonanza orientata a garantire una più elevata sostenibilità tra tutti gli attor
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